Era stata una giornata molto intensa a Pechino, il cielo era limpidissimo e terso. Quel giorno era festa. Avevo visto il Tempio del Paradiso (Heaven Temple) ed ero arrivato a piedi fino a Piazza Tienanmen. Il pomeriggio mi ero concesso la mia prima lunga pausa pomeridiana: un paio d’ore in stanza al Gotel Capital. L’indomani sarei partito prestissimo per la Muraglia Cinese in quello che sarebbe stato un viaggio a dir poco turbolento.
Decido di partire senza un programma preciso sempre in direzione Piazza Tienanmen, percorso che ero abituato a fare in metropolitana. Mi incammino verso ovest, dalla metro Yong’anli per Janguomen St. E’ piena festa nazionale 2018 in Cina e sono tutti in ferie. Il clima è bellissimo al tramonto; scatto subito una bellissima foto con la RX100, fidata compagna di ogni mio viaggio (abbinata al Pixel2).
Il viale è perfetto, pulitissimo, non c’è una sola cartaccia in terra. Si alternano sontuosi e moderni palazzi a giardinetti con prato all’inglese. Nell’aria c’è un clima di rinnovamento, gioia e voglia di vivere. Gruppi di famiglie, gente semplice. Inizio a incontrare coloratissime installazioni luminose, create per quei giorni di festa, una più spettacolare dell’altra; non ne conoscevo il significato preciso.
Attraverso un sovrappasso, il clima è bellissimo da lassù, dall’altro lato ci sono campi di calcio e pallacanestro pieni di ragazzi.
Non arrivo alla piazza, il mattino dopo mi dovrò alzare prestissimo. Mi fermo nei pressi di una enorme scala luminosa che ha i colori dell’arcobaleno ad un bellissimo centro commerciale/hotel con una larga fontana, costruzione ultramoderna come ce ne sono ovunque in quella zona alternate ad opulente boutique.
Al ritorno percorro l’enorme viale dal lato opposto. Ci sono le Mobike come in Italia ma qui fanno concorrenza ad una flotta di mezzi simili dai nomi impronunciabili.
Attorno a me compaiono altre meravigliose installazioni floreali mentre lentamente mi avvio verso l’hotel. Una passeggiata davvero speciale che non dimenticherò mai.
- Cina / Shanghai / viaggiare29 Luglio 2019Viaggiare da soli, momenti magici: G-train, il treno superveloce cineseIl super treno cinese G-train.Tre lunghe tratte Shanghai>Pechino>Xi’an>Shangai.Quattro mesi di preparazione.Stazioni immense, servizio perfetto.In passato avevo viaggiato sullo Shinkansen da Tokyo a Kyoto e fino ad Hiroshima ma questo era qualcosa di più, più difficile, più incredibile.Il 10 minuti scarsi sul sibilante Maglev a levitazione magnetica dall’aeroporto di Shanghai alla città, vuoi per la stanchezza e il fuso orario, non mi avevano fatto una particolare impressione.Shanghai Hongqiao StationSopralluogo gate e cambio voucher/biglietti lo avevo effettuato da tempo a Shanghai Hongqiao Station, una stazione che ti lascia senza fiato. Sapevo già come muovermi, come trovare la scala mobile giusta in quella cattedrale di marmo.Vederla dal secondo livello dove ci sono i ristoranti è incredibile. In quel brulicare di viaggiatori sembra non avere fine.Quanto è grande e pieno di contrasti questo paese. Quanta energia, quanto ordine, tutto sembra funzionare alla perfezione.Il giorno della partenzaIl momento era arrivato, mi presento tre ore prima al gate. Tanta è la paura della prima volta, ma è bellissimo aspettare in questo mondo vivo, perfetto, moderno, efficiente.Se perdo il treno sono fuori, fuori da tutto. Non posso prenotarne un altro.Qui ci sono i gate, non è possibile accedere ai binari prima di una certa ora. I controlli sono strettissimi come in tutte le metropolitane cinesi.L’impressione di Hongqiao Station è questa.Il gate annuncia il treno, mi metto in coda, occorre mostrare il passaporto (al contrario di Pechino e Xi’an).Finalmente il trenoScendo quelle scale mobili ed eccolo li, bellissimo, infossato nel binario, perfetto, lucente come una razzo spaziale.Nel mio viaggio avrei preso altri treni, avrei visto altre bellissime stazioni ma non scorderò mai quella prima camminata con la mia Roncato Box ai bordi di quel bolide cercando la mia carrozza.Il posto accanto al finestrino, grazie DIY travel!! Più avanti avrei visto un altro turista come me discutere con un cinese per ottenerlo.Non credo di aver mai staccato gli occhi da quel finestrino, come un astronauta che vede per la prima volta un pianeta nuovo la Cina per me era quello.Davvero impressionanti quegli enormi palazzi costruiti nel nulla, raggruppati come giganteschi termitai, apparivano improvvisamente dopo distese di campi, la maggior parte ancora in costruzione. Una crescita folle, metropoli a me sconosciute con milioni di abitanti.Stazioni più grandi di Roma Termini, e poi ancora campi e campi e campi e pale eoliche.Arrivai molto stanco e affamato a Pechino dove faceva un gran freddo. Quella sera vidi lo spettacolare cambio della guardia in Piazza Tienanmen con un cielo unico, mai visto per limpidezza.Il mio primo viaggio in treno in Cina, indimenticabile.Il treno in Cina, alcune mie foto: [...]
- Berlino / viaggiare11 Luglio 2019Viaggiare da soli, momenti magici: Arena Badeschiff di BerlinoBerlino è davvero una magnifica città, viva, moderna e piena di contrasti, città che in quell’estate del 2015 ho potuto assaporare in un bellissimo viaggio Europeo.Potsdamer Platz e Alexanderplatz sempre brulicanti di giovani, con eventi e concerti improvvisati, i grandi musei, il Tiergarten, Potsdam, Sanssouci…Il clima era piacevole, molto caldo di giorno e vento fresco la sera. L’ibis Hotel Berlin Kurfuerstendamm era davvero in un ottima posizione , nei dintorni della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche , una zona molto viva, sempre affollata con mercatini e grandi negozi.L’ideaPrima dei partire, guardando varie guide e articoli sulle cose da fare, mi saltò l’occhio su Arena Badeschiff, una particolare vasca all’aperto costruita su di una chiatta all’interno del fiume Sprea. Aperta molti mesi all’anno con svariati eventi assomiglia ad una vera e propria spiaggia, con sdraio e sabbia.Era una di quelle cose solo buttate li, un idea, un appunto ma con il passare dei giorni e il gran caldo l’idea ha iniziato a far posto al desiderio.L’idea diventa desiderio, un bagno a Berlino è possibileIn quell’estate del 2015 avevo camminato davvero molto nella capitale tedesca, tanto caldo e il fisico iniziava a risentirne, mancavano solo due giorni alla partenza e l’Arena diventò così un pensiero fisso.Come mio solito fare feci un sopralluogo pomeridiano ma arrivato nei pressi dell’ Elsen Bridge sbagliai clamorosamente direzione finendo per fare comunque un piacevole giro a Treptower Park dove mangiai degli ottimi panini col pesce camminando fino ad una vecchia ruota panoramica abbandonata.Dal ponte si vedeva a malapena la piscina, decisi che ci sarei andato il giorno successivo molto presto.Procurarsi il necessario per la piscina a Berlino:Non avevo ne costume ne ciabatte ne telo (perché portarli a Berlino??) e la sera passai cosi al Decathlon di Alexanderplatz dove mi procurai tutto il necessario.Come arrivare all’Arena Badeschiff in metroIl percorso dall’ibis Hotel Berlin Kurfuerstendamm era semplice: Metro U3 fino a Schlesisches Tor e un km a piedi fino alla piscina.Arrivare con i treni suburbani fino a S Treptower Park (Berlin) come avevo fatto nel sopralluogo si era rivelato macchinoso e con troppi cambi, sebbene ci fosse stato da camminare un po meno.Una mattinata memorabileL’ultimo giorno a Berlino. Quella mattina del 15 Agosto 2015 era già molto caldo. Partii presto dall’hotel , erano circa le 8 del mattino, in testa il mio sogno assurdo: fare il bagno all’Arena!Nello zaino solo telo mare, ciabatte, shampo, costume e un cambio. Niente cellulare. Avevo letto nelle recensioni che perquisivano gli zaini ed era vietato fare foto. Non volevo farmi rovinare quell’unica possibilità.La metro mi lascia a Schlesisches Tor, proseguo dritto in Schlesisches strasse mentre il sole inizia a spazzare via la nebbia mattutina, sembrava l’inizio di una bellissima giornata.Allungo il passo in quello che sembra essere un vialone anonimo, cammino in un largo marciapiede, più mi allontano e più la zona sembra popolare, periferica, qualche giardino e grandi spazi.Inizia a crescere un certo timore, non so cosa mi aspetta. Ecco il caratteristico ponte sul Landwehrkanal, non ci sono più case, giro a sinistra in Am Flutgraben, mi pare di ricordare un’installazione a forma di sedia gigante, poi attraverso una zona che sembra letteralmente essere stata ricavata da una vecchia enorme fabbrica: L’Arena Berlin.EntroE’ molto presto, saranno le 8:40. Tutto ha un’aria particolare, sembra un misto tra spiaggetta e area industriale con costruzioni in mattoni rossi. Alla biglietteria scopro che l’ingresso quel giorno costava solo 2 euro poichè la piscina chiudeva a 12.30 per un evento. Per me andava benissimo così, anzi meglio, tanto il pomeriggio avevo altri programmi.C’è già qualche persona, e a quell’ora è semplice accaparrarsi una sdraio in ottima posizione. Gli spogliatoi sono molto spartani, in linea con l’ambiente: una tenda variopinta stile camerino. In verità provai a chiedere dove erano ma lo capii solo più tardi. Talmente era il caldo e la voglia di entrare che mi cambiai in un bagno in cima ad una scaletta.Entro, doccia gelata obbligatoria ed è bellissimo.L’acqua è molto fredda, bisogna dirlo, più di quanto mi aspettassi e più di qualunque piscina io abbia frequentato, ma dopo aver camminato quasi una settimana per Berlino 6-7 ore al giorno era una manna dal cielo.Momenti magiciEd ecco uno di quei momenti che ti restano impressi in ogni viaggio, quei momenti unici e speciali come quel giorno in sella alla bici numero 2 a Kyoto sul sentiero del filosofo, quella camminata notturna a Central di Hong Kong, quando feci partire il mio podcast camminando sul lago Michigan a Chicago o quando partii con la bici a New York ….e molti altri per cui vale la pena viaggiare.Non ho foto di quel giorno e posso solo descrivere quel primo bagno.Mille dubbi, mille paure dissipate quando verso le 8:45 di Ferragosto 2015 mi immergo nella vasca della Badeshiff Arena, una sferzante sensazione di freschezza, ci saranno si e no tre o quattro persone in acqua. la chiatta ai bordi è ricurva e ha degli spazi gommosi per stare comodamente seduti. Gioia pura, in piscina a Berlino!!La mattinata prosegue tra sdraio e bagni con moltissima gente, anche i turisti, bella musica e ambiente giovane e particolare. Ne esco rigenerato e tonificato, ci voleva proprio dopo tutte quelle giornate di caldo e camminate.Consiglio a tutti questa esperienza se vi recherete a Berlino in estate (ma pare sia in uso anche in inverno coperta da uno speciale tubo) per trascorrere un giorno davvero diverso, stimolante e rinfrescante in una zona particolare di questa bellissima città tutta da vivere!!https://www.facebook.com/badeschiff/?ref=br_rshttps://www.arena.berlin/veranstaltungsort/badeschiff/https://www.instagram.com/badeschiff_berlin/ [...]
- New York / USA / viaggiare8 Giugno 2019Viaggiare da soli momenti magici: New York, come ho raggiunto il Washington Bridge a piediEra l’ultimo giorno a New York. Il mio primo grande viaggio da solo era stato magnifico, avevo fatto e visto tutto quello che volevo vedere.Non avevo programmi, il classico shopping finale per usare i dollari rimasti e fare gli ultimi regali.Ricordo di essere uscito dal Days Inn sulla 94 esima West direzione Riverside Park senza una motivazione particolare. La mattinata era frizzante, qualcuno che fa jogging, qualcuno porta fuori il cane. Che posto straordinario New York, quanta energia ti da specialmente la mattina presto. Ho l’abitudine di uscire presto durante i miei viaggi perchè voglio godermi la giornata per intero e respirare la routine mattutina.Vidi il Washington Bridge alla mia destra e mi dissi: Sarà poi così lontano? Provai ad incamminarmi.Mi incamminai su una pista ciclo pedonale attraversando giardinetti, punti panoramici, incrociando quelle che sembravano essere grosse oche. I piedi l’ultimo giorno di viaggio facevano davvero male ma oramai proseguivo con un solo obiettivo: il ponte.Ben presto la missione si fece più ardua del previsto, avevo sottovalutato la distanza ma proseguivo. Mi resi conto che avrei dovuto trovare un modo alternativo per rientrare sebbene la mia mappa non arrivasse cosi in alto ci sarà stato un modo.A quei tempi non avevo smartphone, Google Maps e tantomeno una connessione e viaggiavo solo con una cartina allegata alla mia guida Lonley Planet.Manca davvero poco e Improvvisamente mi ritrovo sotto ad un viadotto. Sono stanco e completamente fori zona, nessun turista. Il ponte è li ormai incombe su di me e proseguo spedito.Finito il pezzo semicoperto si arriva al Ten Mile River Playground lungo la Hudson River Greenway poi in quello che sembra un tratto di foresta che collega al Discovery Playground dove sono presenti pure dei campi da tennis. La situazione si fa davvero strana, sembra di essere in un vero e proprio bosco, il mio hotel e la frenesia della metropoli sembrano da qui lontanissimi.All’improvviso lo vedo, si staglia davanti a me bianco e lucente e capisco che ne è valsa davvero la pena.Il ponte è immenso.La Little Red Lighthouse è meravigliosa sotto a quel mastodonte che da sotto fa impressione e da un senso di vertigine.Rimango li a scattare foto con la mia gloriosa Lumix acquistata un anno fa a San Francisco.Devo tornare, impensabile farlo a piedi. Dallo spezzone di cartina che ho in mano intuisco che da qualche parte li vicino dovrei ritrovare la MTA e mi butto in una nuova avventura.Da un cavalcavia su Riverside drive riesco a raggiungere la West 181 che percorro fino all’incrocio con St Nicholas Ave. Il ponte domina il paesaggio lo vedi sbucare ovunque col suo profilo inconfondibile.Intorno a me vedo molta gente hispanica, molti mercatini, la zona è completamente diversa dalla New York turistica a cui ero abituato.Non ho tempo per approfondire, sono distrutto, prendo la metro che qui passa per lunghi tratti all’aperto e torno verso l’ultimo shopping.La sera sarebbero state tante le vesciche ai piedi che non sarei neppure uscito dall’hotel (ci avevo pure provato in verità).Un itinerario diverso, un po pazzo se vogliamo ma in fondo come ripeterò sempre il bello di viaggiare sono questi fuoriprogramma.New York 010 – Verso il Washinghton Bridge, tutte le foto della camminata.Gallery: [...]
- Chicago / USA / viaggiare22 Maggio 2019Viaggiare da soli momenti magici: Chicago Buckingham FountainEra un pomeriggio limpido come ce ne sono pochi nella ventosa Chicago, ero stato tutto il giorno in giro, China Town, Museum Campus, ma non mi aspettavo quello che stavo per vedere. Rientrando a piedi verso l’hotel volto lo sguardo e mi rendo conto di essere davanti ad uno dei più grandi spettacoli di luce che avessi mai visto.La Buckingham Fountain in quel cielo limpido alla soglia del tramonto incastonata in quella quella maestosa piazza circolare era un qualcosa di unico. Ammetto che non avevo preso neanche in considerazione la fontana come meta da visitare, per un qualche motivo mi era sfuggita.Estrassi la mia RX100 e iniziai a fotografare. Sono rimasto fino a tramonto inoltrato, ogni minuto una sfumatura diversa, pura, intensa. Quella sera tutto era perfetto, ricordo di aver raggiunto a piedi il Cloud Gate in preda ad una grande euforia.Quando viaggi da solo sono i momenti che non programmi a lasciarti a bocca aperta.. [...]
- Giappone / Kyoto / viaggiare5 Maggio 2019Viaggiare da solo momenti magici: in bici a KyotoQuello che sto per raccontare è uno dei momenti più belli dei miei viaggi in solitaria, quelle cose che pensi, programmi, alla fine vedi realizzarsi e non ci vuoi credere.Ero appena arrivato a Kyoto in treno. Ero rimasto impressionato dal caldo, un caldo estremo che non mi aspettavo. Tokyo era calda si ma non a quei livelli. Avevo scelto su consiglio di Marco Togni lo strategico Hotel Hearton, uno dei più cari in cui avessi soggiornato. Situato in ottima posizione e di grande livello (sebbene la moquette non mi facesse impazzire). Lasciai le valigie alla reception e mi recai a mangiare qualcosa in attesa di poter entrare in stanza.Una delle caratteristiche di questo hotel era quella di fornire agli ospiti bici a noleggio gratuite.La scintillaUn pensiero, un’idea nata da questa pagina che pubblicava un ciclo percorso dettagliato con tanto di mappa scaricabile.Fu cosi che a inizo Luglio iniziai a preparare la mia su MyMaps, passai molto tempo a visualizzare su Street View il percorso e a prendere annotazioni, le tappe i templi da affrontare, un lavoro di preparazione intenso per un unico sogno:KYOTO BICI 2Quel pomeriggio all’Hearton deciso vado nella hall, la carinissima donna in kimono alla reception si mostra piacevolmente stupita alla mia richiesta. Mi segna in un registro e mi porta in un vicoletto adiacente per mostrarmi come sbloccare il lucchetto. Era fatta!!Non dimenticherò mai quel momento, saranno state le 15 dell’8 agosto 2016 quando inforcai la gloriosa numero 2, davanti si apriva la città, avevo il percorso in mente, le curve, le strettoie, i templi. Nella fretta di regolare il sellino mi procurai un taglio profondo al dito (ho ancora una piccola cicatrice che me lo ricorderà sempre). Partii tenendo la mano più ferma possibile non me ne importava niente. Ero li, come avevo sognato, come quella sera davanti al Labi, come quel giorno al Battery Park. Feci una diretta Periscope dalla bici. Una curva a sinistra poi nel vialone, mi fermo sul ponte giro a sinistra e costeggio il fiume, qui devo tenere la sinistra, spesso me ne dimentico rischiando frontali con gli altri ciclisti.Taglio per la scorciatoia che mie ero studiato (esisteva davvero!!), una Pocari Sweat al distributore e via in leggera salita verso Yoshidaizumidonocho e il sentiero del filosofo.Oggi ero solo di passaggio era tardi avrei visitato i principali templi il giorno dopo in una lunghissima maratona.Un attimo eternoMi ritrovo sul sentiero al tramonto, finalmente si alza un vento piacevole, quasi nessuno in giro, un gruppo di gheishe mi oltrepassa, si sentono solo i loro zoccoli, sotto un paesaggio da perdere il fiato, si vede tutta Kyoto. In quel momento realizzo che quello era e sarà uno dei momenti più belli, ce ne sono pochi in ogni viaggio ma non si dimenticano mai. A migliaia di chilometri da tutto, sulla mia numero 2.Proseguo in discesa. Ricordo di aver parcheggiato la bici a Nanzen-ji e di essermi inoltrato a piedi nel tempio. Qui feci la foto del mio profilo pubblico Instagram a Suiro Kaku l’acquedotto romano.Giù in discesa verso una grande fontana e l’immenso ingresso di Heian Shrine e via lungo il Kamo River fra mercatini e saliscendi fino in Hotel.Una giornata che non dimenticherò mai.La mitica bici numero 2 mi accompagnò il giorno seguente per raggiungere i templi fino a sera quando dopo una lauta cena a base di anguilla ho visitato la Tokyo Station. Una fidata compagna chissà…magari è ancora li.Giappone 2016 – Cellulare 1/2 [...]
Paolo dice
Complimenti che bei viaggi !
unsolopasseggero dice
Grazie!! Quest’anno a causa del virus non sono molto propenso a viaggiare in quelle zone purtroppo…speriamo bene davvero