Avevo paura dei lunghi viaggi, fino alla soglia dei 30 anni non avevo quasi mai preso un aereo ero stato solo a Londra con i miei genitori, e sempre con la mia famiglia avevo fatto solo un viaggio alle Canarie. Poi solo vacanze al mare nei soliti posti o in campagna, qualche estate ero rimasto in città.
I ricordi di quegli unici viaggi in aereo erano bellissimi, sognavo come tutti l’America, New York ma mi lasciavo andare, rimuovevo non era fattibile, troppi problemi, troppi ostacoli.
Ho sempre avuto però la passione per l’esplorazione delle città, una delle cose che più amavo da bambino era consultare le mappe, le uniche disponibili a quei tempi a partire dal Tuttocittà, quando solo uscire dal tuo quartiere era un’esplorazione affrontavo ogni spostamento con curiosità.
Il 2009:
Era il Marzo del 2009 quando mia sorella mi propose un viaggio negli USA con una sua amica, una persona aveva rinunciato e avrei preso il suo posto. Mi sembrava incredibile. Sarei andato in America. Ero molto teso quasi spaventato. Agosto arrivò in un lampo.
Non mi ero preparato, non sapevo neanche le mete.
Non dimenticherò mai la partenza dell’American Airlines da Roma, quella musica nell’abitacolo è stato l’unico momento in cui ho avuto paura di un aereo, perché era quello grigio, lo stesso delle torri gemelle.
Fu un viaggio memorabile, senza programmazione, senza piani precisi, affrontato una tappa alla volta, di quelli che si fanno una sola volta nella vita, San Francisco, Las Vegas, l’auto a noleggio, i grandi deserti del Nevada, il Grand Canyon, Los Angeles, Malibu, Venice, Santa Monica, Hollywood, le grandi strade nel deserto con quei motel rugginosi nel nulla più totale, e molto molto altro. Quei luoghi esistevano davvero, erano sempre stati li, bastava raggiungerli.
Col cambio favorevole comprai una Panasonic DMC-FS15 (a quei tempi all’avanguardia), da affiancare al mio Nokia. La macchina fotografica è un amica fedele del viaggiatore solitario e quella Panasonic nera che ancora conservo e che mi seguì nel primo Giappone lo fu davvero.
Non dimenticherò mai quando tutti dormivano per il Jet Lag la mia prima uscita in solitaria a San Franscisco, città a cui sono particolarmente legato.
Era buio, feci solo un paio di isolati a piedi, mi guardai intorno, ero in America!!
La prima America non si scorda mai:
Non dimenticherò mai la prima volta che vidi l’America dai finestrini dell’aereo, quelle strade così diverse, cosi dritte, cosi precise. Adesso non provo più quella sensazione forse per l’abitudine, ma la prima volta che si vede l’America dall’oblò di un aereo è un momento speciale, di quelli che ti lasciano senza fiato, perché se uno non c’è mai stato, l’America è un posto che risiede nell’immaginario come qualcosa di mitico, che ha permeato le nostre esistenze con film e TV e vederlo per la prima volta è speciale, un sogno che si avvera.
Il volo successivo New York-San Francisco dal finestrino mi aveva tolto i fiato. Era un volo interno, US Airways mi pare, pieno di studenti americani stravaccati con i loro Laptop. Già, per loro quei voli sono come è per noi il Frecciarossa , una cosa normale in quell’enorme paese. Io invece non staccai gli occhi dal finestrino, non persi un solo granello del deserto del Nevada e dell’Arizona.
Il ragazzo che viaggiava da solo:
Sul volo per lo scalo a New York ricordo di aver visto un ragazzo che viaggiava da solo, sentivo che io non ce l’avrei mai fatta. Ricordo ancora quel ragazzo lo guardavo con curiosità e ammirazione. Poiché mi ero aggregato tardi avevo il posto separato, accanto a me il sedile era vuoto (non mi sarebbe più capitato) e potei riposare ala grande godendo di molto spazio.
Mountain View:
La partenza era fissata alle 2 del mattino per raggiungere Roma in autostrada. Alle 22:00 del giorno prima mi balenò l’idea di andare a visitare la Silicon Valley. Feci un paio si disegni su un pezzo di carta, un abbozzo di mappa, non so come ci sarei riuscito, non so quando ma ricordo che solo pensarlo fu bellissimo.
Dopo qualche giorno a San Francisco mi staccai dal gruppo, mi presi un giorno libero, uno sguardo alle mappe e attraversai la città a piedi partendo la Lombard Street. Che bellissima città è San Francisco, quanti scorci mozzafiato in quei saliscendi fra le case in legno e il mare che ti si apre davanti quando meno te lo aspetti. Ero da solo. ero in America. Avevo un piano. Ero libero.
Arrivo alla San Francisco Station sulla 4th Street, una giornata nuvolosa. Cosa sto facendo? C’è uno stadio li vicino faccio un giro in zona poi mi faccio coraggio e prendo un biglietto del Caltrain per Mountain View. Il treno parte. Sono solo dall’altra parte del mondo. Nel 2009 non ci sono smartphone, non ci sono le mappe. Riesco a vedere la sede di Google (allora molto meno conosciuto) e la sede di Mozilla a cui tenevo particolarmente.
Questa è stata la scintilla, il mio primo viaggio in solitaria dall’altra parte del Mondo e non lo dimenticherò. Mai.
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